Museo dello sbarco in sicilia Catania

Il Museo Storico dello Sbarco in Sicilia 1943 si trova all’interno del complesso fieristico Le Ciminiere a Catania. Occupa una superficie di 3000 mq distribuiti su tre livelli ed è stato inaugurato nel 2002. Vale la pena ricordare che questa struttura faceva parte della raffineria di zolfo e che ha avuto un processo di trasformazione al punto da divenire un polo culturale di pregio. È uno di quei luoghi che stupiscono e colpiscono così come nelle intenzioni di chi ha voluto dedicare un museo con lo scopo sia di divulgare la storia che di farla percepire come autentica esperienza.

Dove si trova il Museo dello sbarco di Catania?

Soggiornare nel cuore di Catania offre emozioni uniche poiché le maggiori aree di interesse si trovano proprio nel centro della città. Alloggiare al b&b Santa Caterina da Siena, situato nel centro, consente di esplorare con facilità le meraviglie di Catania, passeggiando tra le sue strade animate, scoprendo gioielli architettonici e assaporando la cucina locale.
La posizione centrale è ideale per visitare attrazioni come il Museo Storico dello Sbarco in Sicilia 1943, situato a breve distanza in Piazzale Rocco Chinnici, dove si può approfondire la comprensione degli eventi storici che hanno plasmato la Sicilia e l’Italia.
Il Museo, sito nel centro fieristico Le Ciminiere si raggiunge dalla centralissima arteria di Viale Africa, è raggiungibile a piedi in dieci minuti dal centro storico, o con le linee urbane.
Si trova a pochi metri dalla Stazione Centrale e dal capolinea autobus delle società SAIS.
Oltre alla comodità di avere tutto a portata di mano, alloggiare in centro significa anche vivere il vero spirito catanese, tra mercati vivaci, caffè all’aperto e la calorosa accoglienza dei cittadini. Catania si rivela così non solo una meta turistica, ma un’esperienza autentica e ricca di fascino.

Cosa c’è nel Museo dello Sbarco a Catania

Il museo ha lo scopo di divulgare la storia, illustrando le condizioni di vita durante la Seconda Guerra Mondiale con ambientazioni ricostruite, simulazioni, proiezioni e l’esposizione di reperti autentici. L’esperienza, di circa un’ora, inizia con la riproduzione di una piazza catanese degli anni ’20-’40, completa di effetti sonori che evocano l’atmosfera dell’epoca.
I visitatori possono poi entrare in un rifugio antiaereo, vivere la simulazione di un bombardamento e attraversare spazi espositivi che, tramite pannelli, fotografie e filmati, narrano le battaglie combattute in Sicilia nel 1943.
Il percorso continua seguendo le vicende belliche in località come Gela, Augusta, Agira, Floridia, Troina, Ponte di Primo Sole, Catania e Messina, oltre ai bombardamenti su Messina, Palermo e Catania.
Un bassorilievo della Sicilia, illuminato e colorato, permette di seguire le operazioni militari. In vetrina si trovano uniformi, armi e attrezzature belliche dell’epoca. Particolarmente toccante è la sala delle “Testimonianze”, dove sono proiettate interviste a chi ha vissuto quegli eventi.
Vediamo piano per piano tutto ciò che si può vedere nel Muse dello Sbarco, chiameremo primo piano il piano al suolo e così via.

Cosa c’è al primo piano del Museo dello sbarco?

L’entrata offre un primo approccio al soggetto con l’esposizione, su pannelli, dei principali eventi storici che hanno caratterizzato gli anni successivi alla Prima guerra mondiale. All’interno di una “sala cinematografica”, il visitatore ha la possibilità di seguire un video introduttivo sulla Seconda guerra mondiale e sugli eventi immediatamente precedenti lo sbarco degli Alleati.
Superato l’arco di accesso all’area espositiva, si accede a una luminosa piazza siciliana. Qui si affacciano le case con i loro interni ricchi di vita privata. L’ambiente successivo presenta un cortile buio dove si affacciano le case con le porte chiuse. L’indicazione per proseguire è data da una sola lampadina che invita ad entrare in un rifugio antiaereo. Il dramma di coloro che sono riusciti a trovare rifugio viene ora rappresentato attraverso una ricostruzione scenica. Gli effetti dei bombardamenti caratterizzano l’uscita dal rifugio.
Il selciato inizia a salire e dopo una prima curva ci porta di fronte alla finestra di una casa diroccata dove continuano a essere proiettati filmati dei bombardamenti aerei su Palermo, Catania e Messina. La strada diventa ripida, stretta tra le facciate delle case sempre chiuse; deboli lampade illuminano manifesti murali che comunicano agli abitanti i fatti che stanno accadendo al di là dell’Italia, in Nord Africa. La popolazione, ignara di tutto, rimane in attesa degli eventi che potrebbero interessare l’Isola da un momento all’altro. Il piano terra ospita anche una vasta biblioteca di testi sull’approdo in Sicilia.

Cosa c’è al secondo piano del Museo dello sbarco?

L’inizio del percorso del secondo piano (che in realtà è il primo), presenta una simulazione di un mezzo da sbarco. Il visitatore si trova nel contesto dei giovani anglo-americani pronti a sbarcare sulle coste sud-orientali della Sicilia. Attraverso immagini storiche e pannelli fotografici, il visitatore viene guidato attraverso le azioni militari successive allo sbarco, incluse le battaglie e le controffensive dei soldati dell’Asse.
Una sala successiva presenta un tavolo ottagonale con la sagoma della Sicilia al centro, animata da scene proiettate e raccontate da una voce fuori campo. Monitor alle pareti mostrano momenti salienti ripresi dai cineoperatori di guerra. Le sale successive espongono reperti appartenenti ai vari eserciti coinvolti, permettendo al visitatore di fare una pausa in un ambiente apposito.
La sala successiva presenta un bunker ricostruito, dove i visitatori possono sperimentare simulazioni di combattimenti e osservare diverse tipologie di bunker lungo le coste. Attraverso una scala circolare, il visitatore accede all’area che rievoca le principali battaglie tra gli Alleati e le forze dell’Asse, con plastici tridimensionali e monitor che illustrano gli eventi.
Un segmento successivo del museo è dedicato agli avvenimenti politici nazionali successivi allo sbarco, con una sala che mostra una sala operatoria da campo utilizzata nel 1943 e vetrine che ritraggono incontri tra figure politiche come Hitler, Churchill e Roosevelt. Il museo conclude con un corridoio dedicato agli aspetti sociali durante il governo militare e una sala dedicata ai caduti, con una lapide elettronica che elenca i nomi di oltre mille vittime.

Cosa c’è all’ultimo piano del Museo dello sbarco?

Attraversando una scala circolare, incastonata all’interno di una vecchia ciminiera, il visitatore giunge nell’area dedicata alle battaglie tra gli Alleati e le forze dell’Asse, partendo dalla piana di Gela. Qui sono rappresentate le principali battaglie di Gela, Ponte Primosole e Troina attraverso plastici tridimensionali e pannelli fotografici.
Una sala successiva mostra momenti dell’avanzata angloamericana, mentre un altro monitor illustra il passaggio delle truppe tedesche da Messina alla costa calabra. La sala ospita anche una vetrina con la figura di Adolf Hitler su uno sfondo nero, insieme alle composizioni degli eserciti degli Alleati e dell’Asse.
Un’altra vetrina mostra Winston Churchill in colloquio con il presidente Roosevelt. Il segmento successivo del museo si concentra sugli avvenimenti politici nazionali successivi allo sbarco in Sicilia, con la presenza di una vera sala operatoria utilizzata nel 1943 e vetrine che ritraggono incontri tra figure politiche come Mussolini e Vittorio Emanuele III.
Lo spazio si estende per includere un ampio scenario dei monti Iblei, dove un gruppo di persone firma l’armistizio del 3 settembre 1943 a Cassibile. Il corridoio successivo mostra gli aspetti sociali sotto il governo militare AMGOT, con esposizioni di documenti e manifesti. La sala finale è dedicata ai caduti, con una lapide elettronica che elenca i nomi delle vittime.
La visita si conclude con l’immagine del cimitero di guerra inglese vicino Catania e un pannello luminoso che elenca i nomi dei caduti dell’Operazione Husky, accompagnati dalla lettura ad altoparlante e da una citazione di papa Giovanni XXIII.
Lasciando il museo, si attraversa un salone con esempi di armamenti pesanti, un ultimo omaggio a coloro che hanno sacrificato la loro vita.

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